Negli anni del dopoguerra la moda vuole che la donna scelga un abbigliamento molto femminile, che metta in risalto la figura tanto penalizzata nel periodo bellico. Nella moda che in questi anni è rappresentata solo dalla sartoria, si sente forte l’influenza di Parigi, Balenciaga, Balmain e soprattutto Dior che lancia nel 1947 il New Look creando uno stile imitato in tutto il mondo. A Milano sono molte le sartorie attive, alcune rientrate dallo “sfollamento”, altre sono appena nate. Quasi tutte si posizionano nello strategico quadrilatero della moda. Alcune di queste, Jole Veneziani, Vanna, Noberasko, Germana Marucelli, vengono chiamate da Giorgini insieme ad altre provenienti da tutta Italia a partecipare alla storica sfilata di Firenze del 1952 che sancirà la nascita della moda Italiana.
Nel Quadrilatero della Moda avevano sede anche molti gioiellieri che hanno avuto un ruolo importante nel definire il Made in Italy e che ancora oggi rappresentano i punti di riferimento dello stile milanese.
Molte maisons risalgono alla seconda metà dell’Ottocento come Cusi e Calderoni, altre nascono nei primi anni del Novecento come Chiaravalli e Scavia, altre ancora aprono negli anni Trenta e Quaranta come Faraone, Schreiber e Sabbadini. Come le sartorie, anche gli orafi fanno emergere negli anni Cinquanta le proprie voci univoche senza più riferimenti alla gioielleria francese. Un mondo splendido fatto di luci, colori e proporzioni, ma anche di maestria e business, un mondo dove si respira un’aria sublime che appaga la vista e il tatto in maniera straordinaria. Il gioiello è indossato in base a codici ben precisi.